Lesione Muscolare: non la devi trascurare

Le lesioni muscolari rappresentano nel calcio il 30% di tutti gli infortuni ed il 16% di tutte le lesioni acute: questo tipo di lesioni avvengono soprattutto duranti gli ultimi 15 minuti dell’allenamento o della partita, quando i muscoli sono particolarmente stanchi ed affaticati.

Classificazione delle lesioni muscolari

Infatti, esistono diversi fattori che permettono di fare una diagnosi più precisa sull’entità della lesione, e quindi una prognosi sui tempi di recupero:

  • La capacità o no di camminare normalmente senza dolore entro 24 ore dall’infortunio
  • L’origine del trauma, se trauma diretto i tempi sono più brevi e se indiretto più lunghi
  • La distanza rispetto alla giunzione miotendinea, se prossimale i tempi sono più lunghi e se distale più corti
  • Il grado, la quantità di fibre muscolari lesionate all’interno del muscolo, più la lunghezza totale e la sezione trasversale sono ampie maggiori saranno i tempi di recupero (i termini più utilizzati per classificare il grado sono contusione muscolare, distrazione muscolare, elongazione muscolare, stiramento muscolare, strappo muscolare, lesione di I°, II°, III°)
  • La recidiva, se prima lesione il recupero sarà più breve, se prima recidiva più lunghi e se numerose recidive ancora più lunghi

Cause delle lesioni muscolari

Il principale fattore di rischio è la storia passata di lesioni, i calciatori che hanno subito una lesione muscolare precedente hanno un rischio di ricaduta di circa 7 volte più alto rispetto ai giocatori senza storie di lesione muscolari: in media, le ricadute delle lesioni muscolari comportano un’assenza dal campo di circa il 30% della stagione sportiva.

Esistono altre cause alla base di una lesione muscolare:

  • Squilibri di forza tra muscoli agonisti ed antagonisti
  • Scarsa elasticità muscolare
  • Riscaldamento insufficiente prima della partita o dell’allenamento
  • Stanchezza e stress
  • Periodi di allenamento intensi
  • Poca stabilità della colonna vertebrale
  • Deficit di equilibrio e di appoggio
  • Competizioni contro avversari di livello superiore
  • Il ruolo in campo

Si è inoltre visto che alcuni calciatori presentano dei marcatori genetici che li rendono più esposti ad un aumentata probabilità di lesione e ad un recupero più lungo.

Diagnosi della lesione muscolare

L’esame diagnostico maggiormente utilizzato è l’ecografia, sebbene sia poco utile farla nei primi 2-3 giorni dopo la lesione; in realtà, sebbene più costosa, la risonanza magnetica è quella che ci permette di fare una previsione più accurata sui tempi di ritorno in campo.

Quando si valuta la gamba infortunata, si osserva se ci sono ematoma, edema e dolore alla palpazione, si valuta la forza muscolare e le ampiezze articolari, tutti confrontandoli con la gamba sana.

Trattamento Riabilitativo delle lesioni muscolari

Il percorso riabilitativo può essere diviso in tre fasi:

1) Nella fase iniziale, che può iniziare anche il giorno successivo all’infortunio, l’obiettivo principale è ripristinare i movimenti senza dolore e stimolare il riassorbimento di ematoma ed edema quando presenti, attraverso riduzione dei carichi giornalieri, bendaggi compressivi ed esercizi di contrazione isometrici all’interno della sopportazione del dolore, i massaggi sono invece controindicati. Può essere utile in questa fase associare esercizi in acqua, in quanto rappresentano un metodo delicato ed efficace per aumentare la mobilità senza stressare il muscolo.

2) Nella seconda fase, è importante rimuovere le aderenze cicatriziali con massoterapia e quando necessario fibrolisi, e si comincia un programma di progressione di allenamento individualizzato, guidato da dolore e dalle capacità funzionali dei muscoli femorali: allungamento per migliorare l’elasticità, rinforzo muscolare inizialmente con contrazioni isometriche e concentriche ed infine eccentriche e pliometriche, passando da numerose ripetizioni a carichi bassi a poche ripetizioni a carichi elevati, esercizi neuromuscolari e di core-stability.

3) Nella fase finale, ci si concentra sul raggiungimento del livello di prestazione simile a quello precedente l’infortunio, aumentando ulteriormente i carichi, inserendo esercizi sport-specifici: l’obiettivo è raggiungere il reinserimento con il resto della squadra con il minor rischio di ricaduta possibile.

Farmaci e corticosteroidi sono controindicati, perché eliminando il dolore l’atleta continuerà ad allenarsi, esponendolo ad un peggioramento della lesione. Ultimamente si è cominciato ad utilizzare il PRP, o plasma ricco di piastrine, in quanto ricco di fattori di crescita che stimolano la rigenerazione muscolare.

Criteri per il Ritorno in Campo dopo una lesione muscolare

Il momento del ritorno in campo deve essere valutato attentamente e deciso insieme allo staff tecnico, può anche essere anticipato con un aumentato rischio di ricaduta in base al calendario delle partite, alla fase della stagione ed all’obiettivo da raggiungere: l’ideale è partecipare a 5-6 allenamenti completi con la squadra prima di giocare una partita, tornando a giocare una partita gradualmente, iniziando con 30 minuti ed aumentando il minutaggio partita dopo partita.

I criteri per decidere il ritorno alla partita sono: assenza di dolore, risoluzione biologica della lesione documentata con ecografia, completa mobilità articolare, differenza di forza con la gamba sana non maggiore del 10%, test funzionali positivi, riuscire ad eseguire una corsa ad alta velocità a circa 21 km/h senza sintomi, accelerazioni e frenate senza dolore.

Prevenzione delle lesioni muscolari

Un corretto programma di prevenzione può ridurre di circa il 50% il rischio di subire una lesione muscolare e di circa l’85% il rischio di subire una ricaduta.

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