Lesione del Legamento Crociato Anteriore: occhio al Ginocchio
Gli infortuni al ginocchio sono tra i più comuni, secondi solo alle lesioni della coscia: mentre le lesioni del legamento crociato anteriore rappresentano meno dell’1% di tutte le lesioni, il loro impatto sulla carriera di un giocatore è molto significativo.
Queste lesioni, se non vengono adeguatamente identificate e trattate, possono portare ad instabilità e disfunzione nel lungo periodo. Il livello atletico del calciatore nel momento della lesione influisce sul suo ritorno allo sport: è improbabile che un atleta non professionista che subisce un infortunio possa percorrere una carriera professionistica, mentre un calciatore professionista è più probabile che possa ritornare allo stesso livello competitivo.
Nel calcio professionistico, circa il 90% dei calciatori torna ai livelli precedenti entro 12 mesi, giocando la prima partita dopo circa 7-9 mesi; nel calcio non professionistico solo il 44% torna allo sport agonistico, mentre tra gli sportivi amatoriali circa il 60% torna al livello precedente all’infortunio.
Sfortunatamente, le ultime ricerche confermano che i calciatori che hanno subito una lesione del legamento crociato anteriore avranno una carriera più breve rispetto ai coetanei non infortunati.
Meccanismi di Lesione del Legamento Crociato Anteriore
Il legamento crociato anteriore viene lesionato solitamente dopo un trauma indiretto. I meccanismi di infortunio più comuni sono:
- Iper-rotazione di ginocchio, solitamente a seguito di un cambio di direzione od un atterraggio da un salto
- Iper-estensione di ginocchio, solitamente dopo un atterraggio da un salto, un calcio a vuoto od una decelerazione
- Iper-flessione di ginocchio, solitamente dopo una scivolata in cui si impianta il piede a terra
Il calciatore racconta una sensazione di “schiocco” e di qualche cosa che va fuori posto, seguita rapidamente dal sanguinamento all’interno dell’articolazione che produce gonfiore intorno al ginocchio.
Cause della Lesione del Legamento Crociato Anteriore
Un precedente intervento di ricostruzione del crociato anteriore è il fattore di rischio più forte per un nuovo infortunio al legamento, sia nella gamba precedentemente operata che nella gamba opposta.
Esistono altre cause alla base di una lesione del legamento crociato anteriore:
- Squilibrio di forza tra quadricipite e hamstrings (femorali)
- Deficit di equilibrio e propriocezione
- Scarso controllo di colonna-bacino-anca
- Stanchezza e stress muscolare
- Campi di gioco non uniformi e mal mantenuti
- Scarsa tecnica di salto e di atterraggio
- Potenza muscolare non adeguata
- Difetti posturali
- Appoggio dei piedi non ottimale
- Scarsa tecnica di spinta e di cambi di direzione
Diagnosi della Lesione del Legamento Crociato Anteriore
L’entità della lesione del legamento viene valutata attraverso due esami:
- Esame funzionale: la valutazione funzionale è più accurata a qualche giorno di distanza dall’infortunio, non appena diminuisce il dolore e lo spasmo muscolare di compenso, e si basa sulla somministrazione di diversi test per valutare la lassità legamentosa, come Lachmann test, Pivot Shift e cassetto anteriore
- Esame diagnostico: il principale esame diagnostico è la risonanza magnetica, in quanto permette di comprendere se la lesione è parziale o totale e di identificare eventuali lesioni associate a menischi, cartilagine ed altri legamenti del ginocchio
Chirurgia vs non-chirurgia per la Lesione del Legamento Crociato Anteriore
Il trattamento per le lesioni del ginocchio, può essere:
- Conservativo: il legamento crociato anteriore essendo poco vascolarizzato, una volta lesionato ha ridotte capacità di guarigione. Tuttavia, la stabilità articolare è data da una somma di vari fattori che possono garantire il ritorno all’attività sportiva senza passare necessariamente per l’operazione chirurgica, l’importante è raggiungere la stabilità funzionale, per evitare successiva un’instabilità cronica. Nel professionismo si preferisce operare, ma molti calciatori reagiscono bene anche al trattamento conservativo. Il trattamento non operativo può essere un’opzione efficace per il 50% dei calciatori con lesione del legamento crociato anteriore. Tuttavia, gli ultimi studi hanno dimostrato che circa il 50% degli atleti che erano stati trattati conservativamente, hanno successivamente richiesto un intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore: questo mette in evidenza che ci sono un certo numero di atleti che possono tornare a giocare senza crociato anteriore, mentre altri no. Le indicazioni per una gestione non chirurgica sono che un calciatore con ginocchio stabile vuole evitare l’intervento chirurgico, vuole provare prima un intervento conservativo di prova, è disposto a cambiare la propria attività atletica in base alla funzionalità residua del proprio ginocchio, oppure è un atleta che rischia di essere scarsamente partecipe al programma riabilitativo post-operatorio. Il calciatore, per poter essere inserito in un programma riabilitativo conservativo, deve soddisfare alcuni criteri come assenza di gonfiore, buona forza del quadricipite, assenza di episodi di instabilità articolare, superamento di questionari scritti e test funzionali di salto.
- Chirurgico: l’intervento è previsto specialmente nei calciatori professionisti, usando solitamente l’autotrapianto del tendine rotuleo o dei tendini della zampa d’oca, e solo alcune volte gli allotrapianti appositamente preparati. L’operazione viene sempre eseguita solo ed esclusivamente quando il ginocchio presenta la normale articolarità, la deambulazione avviene senza dolore ed il gonfiore è minimo: questo permette di migliorare il decorso post operatorio evitando complicanze. Le principali indicazioni per la gestione chirurgica sono episodi ricorrenti di instabilità, lesione associata del menisco, lesione associata multi-legamentosa, calciatori professionisti e d’élite, lavoratori con occupazione ad alto rischio che necessitano di grande stabilità articolare
Ri-Rottura dell’impianto: seconda lesione del legamento crociato anteriore
Sfortunatamente, nonostante la buona gestione chirurgica e la riabilitazione post-operatoria attenta, il rischio di rottura del nuovo impianto o della lesione del legamento del ginocchio opposto è di circa il 7%: le cause possono essere la tenuta insufficienza dell’innesto chirurgico od un secondo evento distorsivo traumatico. La percentuale aumenta fino al 30% se non vengono rispettati i criteri funzionali per il ritorno in campo.
Trattamento Riabilitativo per la Lesione del Legamento Crociato Anteriore
Il programma di riabilitazione, indipendentemente da come viene trattato il legamento lesionato, può essere suddiviso in cinque fasi:
Fase 1 (circa le prime 4-6 settimane) Protezione e mobilizzazione controllata:
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- Obiettivi: riduzione dolore e gonfiore, miglioramento l’articolarità, rinforzo quadricipite
- Allenamento: rinforzo muscolatura gamba non infortunata, introduzione esercizi semplici di core stabilty, allenamento cardiovascolare con ergometro a braccia
- Idrochinesiterapia (riabilitazione in acqua): allenamento della camminata, semplici esercizi per migliorare articolarità ed equilibrio
Fase 2 (dalle 4-6 alle 8-12 settimane) Addestramento controllato:
-
- Criteri per entrare in questa fase: minimo dolore e gonfiore, articolarità quasi completa, movimenti della rotula liberi, sufficiente controllo del quadricipite, schema della camminata normale
- Obiettivi: preparare l’atleta all’intensità delle fasi successive ed ai semplici esercizi di controllo neuromuscolare specifico del calcio
- Allenamento: rinforzo di entrambe le gambe sia in catena cinetica chiusa che aperta, esercizi avanzati di core stability, allenamento cardiovascolare con cyclette
- Idrochinesiterapia: allenamento della corsa, esercizi avanzati per migliorare articolarità ed equilibrio, simulazioni di movimenti specifici del calcio
Fase 3 (dalle 8-12 alle 16-24 settimane) Allenamento più intenso:
-
- Criteri per entrare in questa fase: nessun dolore e gonfiore, articolazione totalmente libera, buon controllo neuromuscolare di ginocchio, anca e schiena, forza di quadricipite e femorali della gamba infortunata al 75% della forza della gamba sana (valutata attraverso un macchinario isocinetico), buona tecnica di salto
- Obiettivi: ottimizzare il controllo neuromuscolare specifico del calcio e preparare il calciatore al ritorno in squadra
- Allenamento: massimizzazione della forza dei muscoli delle gambe e del core, allenamento cardiovascolare intervallato specifico del calcio
- Idrochinesiterapia: allenamento della resistenza con la corsa
Fase 4 (dalle 16-24 settimane fino al totale rientro in campo) Ritorno ad un allenamento differenziato:
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- Criteri per entrare in questa fase: completo controllo neuromuscolare di ginocchio, anca e schiena, forza muscolare all’85% rispetto la gamba sana, differenza di salto non inferiore all’80% rispetto la gamba sana
- Obiettivi: riportare l’atleta ad eseguire tutti i movimenti specifici del calcio, movimenti di taglio, skip, salti, balzi, scatti e cambi di direzione
- Allenamento: massimizzare forza dei muscoli delle gambe e del core pareggiando i deficit rimasti, mantenere buona la flessibilità
Fase 5 (fase finale della riabilitazione) Ritorno ad un allenamento completo:
-
- Criteri per entrare in questa fase: forza muscolare al 95% rispetto la gamba sana, differenza di salto non inferiore al 90% rispetto la gamba sana, risultati soddisfacenti ai test di accelerazione, scatti e cambi di direzione, superamento di questionario scritti
- Obiettivi: preparazione finale del calciatore per il ritorno completo alla competizione sportiva
- Allenamento: continuare il lavoro portato avanti fino a questa fase, introducendo un programma di prevenzione per ridurre il rischio di ricaduta
Per decidere quando un calciatore può ritornare in campo dopo una lesione del legamento crociato anteriore, non si deve assolutamente basare su arco temporale (non esistono periodi predefiniti ma solo periodi di media di riferimento), ma solo ed esclusivamente sulla progressione dell’atleta ai test funzionali (test di forza, di potenza, di attenzione, tecnica di atterraggio, superamento di questionari scritti).
Gruppi più esposti alla lesione del legamento crociato anteriore
Ci sono due gruppi di atleti che sono maggiormente esposti alla lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio:
- Atleti giovani: a causa della loro formazione ossea non consolidata e delle grandi richieste atletiche a cui vengono sottoposti, i giovani calciatori stanno lesionando i loro legamenti crociati anteriori a tassi crescenti. Sfortunatamente, la probabilità di instaurare un’instabilità cronica è altissima, con aumento del rischio di sviluppare una patologia meniscale e cartilaginea nel lungo periodo, per cui il percorso più sicuro ed efficace da seguire prevede la cessazione dell’attività sportiva del calcio e ritardare la ricostruzione del legamento al raggiungimento della maturità scheletrica.
- Atleti femminili: a causa della loro diversa conformazione anatomica delle gambe, degli sbalzi ormonali e dei fattori neuromuscolari, le calciatrici hanno il rischio di lesione del legamento crociato anteriore aumentato di circa 3 volte rispetto quello degli atleti maschi.
Prevenzione della lesione del legamento crociato anteriore
Un corretto programma di prevenzione può ridurre di circa il 47% il rischio di subire una lesione dei legamenti del ginocchio.
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