La Tendinopatia Achillea nel Calcio

CHE COSA è L’INFIAMMAZIONE DEL TENDINE D’ACHILLE E QUANTO è COMUNE NEL CALCIO?

Dolore e infiammazione al tendine d’Achille (o tendinite Achillea) sono sensazioni molto comuni e frequenti per un calciatore: tuttavia, una patologia cronica come la tendinopatia che coinvolge il tendine d’Achille rappresenta solo il 2,5 % di tutti gli infortuni nel mondo del calcio, ma ben il 20-27 % di tutti gli atleti soffre di un momentaneo dolore nella zona durante il campionato, soprattutto a seguito di una distorsione di caviglia.
La tendinopatia Achillea è più frequenze durante la preparazione atletica prima dell’inizio della stagione piuttosto che durante il campionato di calcio, questo probabilmente a causa degli improvvisi aumenti dei carichi di allenamento tipici del ritiro pre-campionato.

 

COSA DEVE CONOSCERE IL CALCIATORE DEL PROPRIO TENDINE D’ACHILLE?

Il tendine d’Achille rappresenta l’inserzione sul tallone, o calcagno, dei muscoli del polpaccio (gemello mediale, gemello laterale, soleo): la sua funzione è quella di esprimere la forza generata dalla contrazione del polpaccio sul calcagno, riproducendo il movimento di flessione plantare della caviglia.
Nel calcio, gli stress continui causati da movimenti ripetitivi come i cambi di direzione e da movimenti esplosivi come accelerazioni e salti portano ad un uso eccessivo del tendine d’Achille e di conseguenza un suo prematuro deterioramento: infatti, il dolore e l’infiammazione si manifestano solitamente in una condizione di cronicità, e per questo motivo parliamo di tendinosi o tendinopatia Achillea, per cui i tempi di recupero risulteranno nettamente più lunghi rispetto ad una peri-tendinite, espressione di un sovraccarico acuto a carico del tendine risolvibile in pochi giorni.

MI SONO RESO CONTO CHE MI TIRA DIETRO IL TALLONE QUANDO PIEGO LA CAVIGLIA: PUò ESSERE UN SINTOMO DELL’INFIAMMAZIONE DEL TENDINE D’ACHILLE?

Quando il calciatore presenta un sovraccarico al tendine d’Achille, solitamente dopo una distorsione di caviglia o dopo aver giocato con scarpini nuovi o campi da gioco pesanti, lamenta una sensazione di “tiraggio” dietro al tallone, soprattutto nel momento in cui si piega la caviglia: questa sensazione è dovuta all’ispessimento del tendine stesso, causato dal gonfiore che riempie le strutture intorno al tendine, limitandone lo scorrimento e comportando questa sensazione di poca fluidità durante l’allungamento.

QUALI SONO LE CAUSE CHE POSSONO PORTARE IL CALCIATORE ALL’INFIAMMAZIONE DEL TENDINE D’ACHILLE?

Le cause che possono portare un’infiammazione del tendine d’Achille sono di due tipi:

  • Fattori intrinseci, ovvero tutto ciò che è caratteristico del corpo e della postura del calciatore, come problematiche biomeccaniche (piede cavo, iper-pronazione del piede, eccesiva rotazione tibiale) e debolezza dei muscoli del polpaccio
  • Fattori estrinseci, ovvero tutto ciò che è gestibile al di fuori della componente biomeccanica, quindi scarsa pianificazione dei programmi di allenamento e progressione dei carichi troppo rapida
Come già detto in precedenza, la tendinopatia Achillea è un infortunio tipico della pre-stagione e della fase di ritorno in campo dopo una lesione importante che ha richiesto tanta fisioterapia e tanti mesi lontani dagli allenamenti (come una lesione muscolare o una lesione dei legamenti del ginocchio). A differenza delle lesioni, che sono degli eventi acuti con carichi ad alta intensità concentrati in un unico stimolo, l’infiammazione del tendine d’Achille è un infortunio di natura cronica causato da carichi a intensità minore applicati per numerosissimi stimoli.

HO UN DOLORE DIETRO AL TENDINE CHE MI PASSA DOPO QUALCHE MINUTO DI ALLENAMENTO, MA MI TORNA IL GIORNO DOPO: COME SI EFFETTUA UNA DIAGNOSI DI INFIAMMAZIONE AL TENDINE D’ACHILLE?

L’esame diagnostico più indicato per capire il grado di infiammazione del tendine d’Achille è l’ecografia, con la quale è possibile eseguire anche una valutazione in dinamica con la contrazione dei muscoli del polpaccio, così da capire come si comporta il tendine durante il movimento. Se ci trovassimo difronte alla presenza di una calcificazione, la radiografia o lastra è l’esame che ci permette di apprezzarne meglio i contorni e le caratteristiche. Il dolore solitamente comincia in maniera subdola, poco presente durante il riscaldamento, assente durante l’allenamento e che ritorna a fine attività fisica o il giorno dopo: se non trattato, può peggiorare sempre di più, fino ad arrivare ad intenso dolore notturno, a zoppia appena alzati la mattina ed a dolore durante la deambulazione. ​
L’infiammazione del tendine d’Achille causa dolore durante la palpazione, gonfiore locale, rigidità articolare e perdita di forza dei muscoli del polpaccio, per cui una visita approfondita è di fondamentale importanza per valutare attentamente ogni componente della tendinopatia.

MI è STATA DIAGNOSTICATA L’INFIAMMAZIONE DEL TENDINE D’ACHILLE: COSA DEVO FARE PER TORNARE A GIOCARE A CALCIO IN TEMPI BREVI?

Il tendine d’Achille presenta una struttura capace di sopportare centinaia di chili di carico: per questo motivo, la riabilitazione si concentrerà sul miglioramento della struttura interna e l’aumento della capacità portante del tendine. Se nelle infiammazioni acute e leggere, trattate precocemente, il riposo e la cessazione dell’attività fisica per qualche giorno possono eliminare il dolore permettendo al calciatore di tornare presto ad allenarsi, nelle infiammazioni croniche del tendine d’Achille il percorso riabilitativo può essere suddiviso in tre fasi:

1) Nella fase iniziale, l’obiettivo da raggiungere è quello di migliorare la sensazione di dolore e ridurre il gonfiore intorno al tendine: il primo lo possiamo ottenere grazie a sedute di onde d’urto, mentre il secondo grazie alla terapia con laser ad alta potenza. Per non tenere il calciatore troppo fermo, quando possibile, la fisioterapia in acqua da importanti risultati in termine di riduzione dei tempi di recupero. Terapia manuale e mobilizzazioni di caviglia e piede possono aiutare a migliorare la sensazione di rigidità articolare e di dolore.

2) La seconda fase è la parte più importante della riabilitazione: per migliorare la capacità di carico del tendine d’Achille si deve affrontare un percorso di rinforzo eccentrico. Gli esercizi eccentrici, solitamente faticosi e dolorosi, se eseguite costantemente per 2-3 mesi permettono di cambiare la struttura tendinea: in caso di tendinopatie nel ventre tendineo, si utilizzano un grande numero di ripetizioni con movimento completo, mentre in caso di tendinopatie inserzionale si utilizzano esercizi a livello del terreno quasi isometrici.

3) La terza fase è quella di ritorno in campo, dove sarà importante proseguire per almeno 3 volte a settimana per 12 settimane un programma di esercizi preventivi per evitare ricadute, basati su stretching dinamico, cyclette, massoterapia prima dell’allenamento per scaldare correttamente muscolo e tendine, massoterapia a fine allenamento per detendere la muscolatura del polpaccio e ghiaccio sul tendine d’Achille.

In caso di tendinopatia Achillea, sono altamente sconsigliati farmaci antinfiammatori, che coprono il dolore esponendo il tendine a continua usura, e le infiltrazioni, che possono deteriorare il tendine causandone la rottura.

IL DOLORE SUL TENDINE D’ACHILLE NON MI PASSA: IN COSA CONSISTE LA CHIRURGIA?

Se dopo 6 mesi di trattamento conservativo non si ottiene nessun tipo di risultato, può essere presa in considerazione la chirurgia: l’operazione chirurgica per risolvere una tendinopatia Achillea riporta ottimi risultati in circa il 70% dei casi. Le tecniche maggiormente utilizzate sono la tenotomia, l’asportazione di aderenze fibrotiche, la rimozione di noduli danneggiati, il rilascio del tendine plantare se crea conflitto meccanico con il tendine d’Achille.

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